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Quel che dovrebbe succedere adesso. Cominciando da Bersani

Non poteva andare peggio di così. Il Porcellum ha espresso tutta la sua forza devastratrice ed ecco che il Paese è di fatto ingovernabile. La conferma? Spread (quel numerino inutile e ininfluente, secondo Jocker B) subito su di 80-90 punti, rendimenti  dei Bot a 6 mesi (certo fissare un’asta per oggi, ce ne vuole di incoscienza) praticamente raddoppiati, indici di Piazza Affari affondati dalle banche. Siamo solo a metà giornata.

E adesso? Io la vedo così. Lasciar perdere qualunque sirena berluscona di larghe intese che porta diritto al baratro definitivo. Lo smacchiato di Bettola (Bersani ha perso anche lì, dicono che non è una novità, ma tant’è) rifletta qualche ora, poi rassegni le dimissioni e convochi un bel congresso straordinario del Pd in cui si danno le chiavi di casa a Matteo Renzi. Il rottamatore corra da Grillo e gli proponga il seguente patto: un anno (poi tutti liberi come prima) per fare le cose toste: dalla legge elettorale al conflitto d’interessi, dall’inasprimento della legge anti-corruzione alla riforma della riforma Fornero.

Ovviamente la parte regina la deve fare un piano di politica economica, che però non preveda agricoltura biologica per tutti e macchine a vapore. Ancora no, Beppe. Pensiamo prima al cuneo fiscale, per dire. Partiamo da imprese e lavoro. Per disinquinare c’è ancora un po’ di tempo.

Io credo che con buona volontà e umiltà (del Pd, che di fatto le elezioni – non so se lorsignori lo capiscono fino in fondo – le ha perse, come tutta la politica di Palazzo) si possa fare. Perché è chiaro che se invece non si fa (o peggio, si opta per l’accordo suicida con il Pdl, vissuto nel mondo civilizzato come sinonimo di disastro) non arriviamo vivi all’autunno. Forse nemmeno all’estate. E mi dite voi cosa ci si accomoda a fare in salotto, parlo ai Cinquestelle, se poi si appicca il fuoco?

L’alternativa al patto Pd-M5S è una tragedia greca (ogni riferimento è fortemente voluto) in cui i poteri forti con la P maiuscola – penso alle trame, anche internazionali, con cui abbiamo familiarizzato qualche decennio fa – potrebbero lasciarsi attraversare la mente dalla prospettiva di usare dei modi, diciamo, inurbani per rimettere le cose a posto, almeno per un po’. Vogliamo correre questo rischio? Davvero?

P.S. Per favore, la campagna elettorale è finita. Stop a battutine, nomignoli, bestiario e tutto il resto. Fate sul serio. Tutti. Adesso.

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